WAGASHI e....DORAYAKI!

Morbido e cremoso!...così si presenta il prossimo piatto che andremo a preparare per la nostra rubrica di @KITCHENINANIME!
Vediamo se avete indovinato?
E' Dolce, ....E' legato ad un famosissimo manga giapponese creato a fine anni'60 con protagonista un gattone blu....Avete capito? E' il DORAYAKI un panetto dolce con dentro un ripieno morbidissimo di pasta azuki!


 

Troppe parole strane?
Niente paura, adesso vi raccontiamo la storia del DORAYAKI e dei dolcetti giapponesi:
i "WAGASHI".

Per parlare di queste delizie dobbiamo tornare un po' indietro nel tempo, alla corte imperiale giapponesedove samurai e daimyo si contendevano le terre nipponiche e dove i maestri del tè erano noti presentare il rito della cerimonia del tè: ad accompagnare il gusto amarognolo del the' matcha - polvere finissima di tè verde - c'era l'assaggio di dolcetti magici e dall'aspetto meraviglioso: i WAGASHI.

 

Termine che deriva dal unione di due parole “wa” e “gashi” che insieme significano appunto "dolci giapponesi",questi raffinati dolcetti sono sono delle vere e proprie opere d'arte in miniatura:
Possiamo trovare sul profilo istagram di (POTTERY_TEA_WAGASHI) o (YUIMICO_WAGASHI) questi gioielli di dolcezza...alla ricerca della perfezione...una meraviglia per gli occhi e per il palato!

Gli ingredienti di base sono zucchero di canna, fagioli azuki, con la loro pasta chiamata ANKO o AN e la farina di riso o di grano, nonché l'agar-agar per le gelatine.
Il wagashi è tipicamente prodotto con ingredienti naturali.
Infatti lo zucchero che noi comunemente conosciamo, venne introdotto in Giappone solamente attorno al Periodo Edo, prima non era conosciuto e veniva sostituito da altri prodotti quali sciroppi e marmellate.

Preparati in base alle stagioni e alle occasioni più importanti citiamo alcuni dei più famosi wagashi:

::::L’ANMITSU viene preparato con agar agar (polisaccaride ricavato dalle alghe rosse) e fagioli azuki, si tratta in pratica di una gelatina servita con marmellata dolce di fagioli e pezzetti di frutta fresca, a completare il dolce c’è uno sciroppo dolce nero, detto “mitsu” che si versa sulla gelatina prima di mangiarla.



:::::MOCHI:: Morbide palline, a base di riso glutinoso pestato nel mortaio, plasmato e passato nell'amido di mais. I MOCHI sono di colore bianco, ma si possono trovare anche di altri colori, il ripieno è a base di anko, la marmellata dolce di fagioli rossi (azuki) e possono contentene pezzi di frutta intera come i daifuku mochi.

::::: DANGO Serviti come classici spiedini, i Dango sono simili ai Mochi, ma con varianti diverse:
a base di farina di patate o sesamo possono essere presentati con colori  e ripieni differenti:
nelle sfumature del rosa, bianco e verde e ricoperti da sciroppo d'amido.







:::::TAIYAKI: wafer a forma di pesce ripieno di anko - è protagonista indiscusso dello street food giapponese



:::::KASUTERA O CASTELLA Specialità della zona di Nagasaki, importata dai mercanti portoghesi nel XVI secolo, è un pan di Spagna compatto dalla forma rettangolare fatta con con zucchero, farina, uova e sciroppo di amido in pieno stile occidentale!



ed infine ma non per ultimi,
:::::i DORAYAKI: piccoli pancake fritti da farcire con marmellata, cioccolato o anko.
Creato nel 1914 Ueno Usagiya, si dice che il miglior dorayaki di tutto il Giappone si possa mangiare a Tokyo. In giapponese dora significa "gong", e probabilmente la forma simile a quella dello strumento musicale ha dato origine al nome del dolce.
La leggenda narra che un samurai di nome Benkei dimenticò il suo gong a casa di un contadino presso il quale si nascondeva, e che questi lo usò per preparare il primo dorayaki, da cui, appunto, deriva il nome. Sebbene la ricetta originale del ripieno preveda l'anko, ne esistono numerose varianti, ad esempio alla crema di castagne o al cioccolato.
Anche a Roma e in molte parti d'Italia hanno aperto negozi specializzati di dorayaki che può essere prodotto nella tradizionale variante classica dolce ma anche in quella meno conosciuta variante salata.






Noi di Nihonara siamo andati sul sito dell'Associazione Internazionale del Wagashi
per scoprire un decalogo legato a qst dolcetti e alla loro unicità:
1- devono essere stagionali: infatti la cucina giapponese è nota per essere legata al sussegguirsi delle stagioni
2- i wagashi sono Belli da vedere quanti buoni da mangiare!
3- Notiamo anche che questi dolci sono presenti in ogni importante passaggio e rituale della vita di una persona:dalla nascita alla crescita, i primi passi a scuola e nel mondo lavoro, così come nella vita coniugale fino alla morte:per ogni momento importante della vita vi è un wagashi come simbolo di passaggio da regalare e da gustare!



Nei manga e negli anime i dolci wagashi sono onnipresenti:
dai dolcetti di cui va matta Sailor Moon,in particolare Bunny che adora i Daifuku, pasticcini fatti con impasto di riso e ripieni di anko.




al momento d'oro dedicato all'assaggio dei wagashi in DRAGON BALL,
uno dei signori della Distruzione BEERUS, personaggio lunatico e capriccioso, quando si tratta di mangiare è molto curioso e attratto dai dolci terrestri!
Un altro signore della distruzione porta il nome di MONAKA un altro tipo di wagashi conosciuto.
















Dalle crepes di Creamy Mamy la più famosa e amata maghetta degli anni '80, alle gare di mochi di Lamù l'aliena dello spazio.

Ricordiamo anche KANTARO - il rappresentante goloso : mitico salaryman di Netflix : è una serie tv giapponese che ci introduce al mondo dei wagashi e la passione smisurata del protagonista per queste dolci creazioni...




Arriviamo appunto AL MITICO MANGA DI DORAEMON: il gattone robot blu che scende dallo spazio sulla terra per aiutare i piccolo Nobita Nobi nelle sue avventure.
...ed è proprio Doraemon il fumetto più famoso legato ad un dolce: il DORAYAKI.














Ecco quindi la ricetta per il "panino dolce" di DORAEMON:

::PREPARAZIONE Dalla RICETTA DI WAGASHI STORIES
 dal dolce blog di ELISA MARCHETTI:

:::INGREDIENTI PER 4/5 DORAYAKI:

2 uova
100 gr di farina
50 gr di zucchero
1 cucchiaio di miele di acacia
1 cucchiaino di lievito
2 cucchiai di acqua
Anko, marmellata di Azuki

:::PREPARAZIONE

1. Sbattete le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso.
2. Aggiungete la farina setacciata e, dopo aver mescolato bene, aggiungete il miele e il lievito disciolto nell'acqua.
3. Mescolate di nuovo e lasciate riposare mezz'ora. Per la cottura utilizzate una padella antiaderente e ricordate che non servono né olio né burro,
così da ottenere una superficie ambrata omogenea, senza macchie scure.
4. Versate il composto con un mestolino e, quando appaiono le prime bollicine, cuocete anche l'altro lato ma soltanto per qualche secondo,
 visto che un lato dovrà rimanere più chiaro. Una volta freddi, spalmate la parte più chiara con l'anko (cioccolata, marmellata...o con quello che volete) e richiudete a panino, così che la parte ambrata rimanga all'esterno.

E ora il vostro DORAYAKI è pronto da gustare!

Per concludere la rubrica, vi lasciamo con una breve poesia di FIJIWARA KIYOSEKE - vassallo della corte imperiale del periodo Heian (794-1185) dedicata al wagashi e all'inverno - in forma "waka" - la forma poetica giapponese in 31 sillabe.




FUYU GARE NO
MORI NO KUCHIYA NO
SIMO NO UE NI
OCHI TARU TSUKI NO
KAGE NO SAMUKESA


Il bosco d'inverno

Quanto sembra desolato un raggio di luna
mentre illumina la brina cosparsa sulle foglie secche
del bosco d'inverno.


Vi ricordiamo che potete trovare i migliori wagashi in Giappone ovviamente e nelle catene di dolci TORAYA a Parigi e MINAMOTO KITCHOAN a Londra e in grandi città dell'ASIA...

 



Un saluto da Valentina - SPAGHETTIZEN, autrice del programma , dal vostro Francesco "Labo" e un ringraziamento particolare a Elisa Marchetti del Blog:
 www.wa-ga-shi.blogspot.com/ e come sempre....ITADAKIMASU!!


FONTI: WAGASHI STORIES DI ELISA MARCHETTI :
http://wa-ga-shi.blogspot.com/
https://www.kitchoan.com/

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